Era il 1986, rione di Sant’Ambrogio. Prima struttura, primi Ospiti. La gente del quartiere non proprio entusiasta, anzi. Qualche bastone tra le ruote. E quella frase profetica di don Michele Barban, primo presidente della Cooperativa: “Verrà un giorno in cui vi diventeremo cari”.
Quanta acqua è passata sotto i ponti da quel lontano 1986. Oggi, dopo 37 anni, Gulliver è un’organizzazione non profit accreditata al Servizio Sanitario Nazionale con circa 120 tra dipendenti e collaboratori, che ospita nelle sue 3 strutture 150 pazienti con patologie psichiatriche e dipendenze di varia natura. Accanto ai percorsi di cura, con il suo consultorio è “antenna” sensibile sul territorio per intercettare e dare ascolto e supporto a tutte le fragilità sommerse, prima che esplodano in derive più gravi e drammatiche. Ha come target privilegiato le giovani generazioni, in particolare, gli adolescenti, per i quali ha all’attivo diversi progetti di prevenzione.
“I nostri punti di forza? – sottilinea Emilio Curtò, l’attuale presidente – La capacità di fare squadra al nostro interno, stimolando il senso di appartenenza, la capacità di fare rete tra profit non profit per il bene comune, la capacità di essere proattivi nell’intercettare e rispondere ai nuovi bisogni. Inoltre, affrontare la nostra mission, che è sociale, con una visione manageriale: efficacia ed efficienza, trasformazione digitale, ricerca dell’innovazione e della qualità, formazione continua, per poter essere competitivi nel rispondere tempestivamente e con professionalità ai nuovi bisogni emergenti.”